Psicologo specialista in Psicoterapia a Savignano sul Rubicone (FC)

Riprenditi la tua vita, diventa artefice del tuo destino


Il Dott. Giorgio Edoardo Spada, Psicologo e Psicoterapeuta, riceve nel suo studio di Savignano Sul Rubicone per consulenze psicologiche e per percorsi di psicoterapia. I servizi dello studio sono dedicati in particolar modo a pazienti adulti e giovani che stanno vivendo situazioni d’ansia, difficoltà relazionali e situazioni di malessere psicologico.


Per chi le accusa, le difficoltà riferite alla sfera personale non sono sempre chiare da individuare né da comprendere ed è per questo è molto importante scegliere di essere affiancati da una guida capace di condurvi alla risoluzione dei problemi.


Dopo una prima valutazione del disagio psicologico, il dottore può proporre al paziente di intraprendere un percorso psicoanalitico di psicoterapia individuale per trattare tematiche riguardanti:

  • Disturbi d’ansia (attacchi di panico)
  • Disturbo ossessivo compulsivo
  • Disturbi dell’umore (bassa autostima, sensi di colpa).
  • Problemi relazionali e affettivi 
  • Problemi di coppia (conflitti, separazioni, divorzi)
  • Problemi familiari e generazionali
  • Disagio Giovanile
  • Disturbi alimentari (obesità, anoressia e bulimia)
  • Disturbi psicosomatici
  • Disturbi di personalità

I Principali Disturbi Trattati


I Disturbi d’Ansia, il Disturbo di Panico e il Disturbo Ossessivo Compulsivo, oggi sono molto diffusi e pervasivi, tanto da condizionare pesantemente la vita delle persone che ne soffrono.


Rivolgetevi al Dott. Spada, troverete una persona attenta che saprà ascoltarvi con professionalità, competenza, riservatezza e vi guiderà alla risoluzione dei problemi.

  • Disturbo d’Ansia

    L’ansia è un’esperienza emozionale che è comune a tutti gli uomini in misura diversa ed ha la funzione di adattamento.


     Tuttavia, può sfociare in un vero proprio disturbo e provocare un disagio clinicamente significativo nel funzionamento personale, relazionale, affettivo, sociale, lavorativo.


    La caratteristica principale del Disturbo d’Ansia Generalizzato è la presenza di ansia e preoccupazione eccessive, difficilmente controllabile (per la maggior parte dei giorni) che può essere associato ad irrequietezza, affaticabilità, irritabilità, tensione muscolare, difficoltà a concentrarsi, alterazioni del sonno, ansia da prestazione. 

  • Disturbo di Panico

    Il disturbo di panico si configura come un disturbo d’ansia e può essere altamente invalidante per la persona che lo sperimenta, esso si manifesta con attacchi di panico ricorrenti e inaspettati accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente e dall'urgenza di allontanarsi dal luogo in cui la persona si trova.


    La caratteristica fondamentale del Disturbo di Panico è un periodo preciso di intensa paura o disagio, accompagnati da alcuni sintomi quali; preoccupazione persistente di avere altri attacchi di panico, preoccupazione di perdere il controllo o di impazzire o di avere un attacco cardiaco. 


    A questi sintomi possono associarsi altri sintomi di natura somatica o cognitiva, come; palpitazione, sudorazione, tremori, sensazione di sbandamento, soffocamento, nausea o disturbi addominali, vertigini, paura di morire, brividi o vampate di calore. Nel cercare di farvi fronte a questa situazione alcune persone evitano o limitano gli spostamenti per il timore di trovarsi in luoghi o in situazioni dove è difficile potersi allontanare o non disponibile un aiuto in caso di un attacco di panico.

  • Disturbo Ossessivo Compulsivo

    Il disturbo ossessivo compulsivo causa un disagio significativo alla persona, in quanto richiede tempo nella sua ideazione e/o esecuzione, finendo per interferire con il funzionamento lavorativo, scolastico e relazionale della vita quotidiana.


    La persona che soffre di questo disturbo si rende conto che i pensieri, gli impulsi, sono inappropriati, eccessivi e frutto della sua mente, che hanno lo scopo di neutralizzare l’ansia. 


    Le ossessioni più frequenti si manifestano con pensieri ripetitivi di contaminazione o immagini ricorrenti e persistenti.


    Le compulsioni, in comportamenti ripetitivi, come il lavarsi frequentemente le mani, il tutto al fine di prevenire o ridurre situazioni temute o di disagio.

FOCUS

Cura del Disagio da Disturbi Emotivi


  • "Non Sono Abbastanza"

    “Non sono abbastanza, mi sento sbagliata, non all’altezza di affrontare le situazioni della vita, di essere imperfetta e di provare un senso di rabbia e di vergogna”.   

    Questo è quanto alcuni pazienti mi raccontano nelle prime sedute di terapia. 

    La paura di non essere abbastanza, del rifiuto, di sentirsi imperfetti e convinti che tutto quello che fanno nella propria vita sia sbagliato; in psicologia questo disturbo prende il nome di Atelofobia.

    L’atelofobia è un disturbo d’ansia persistente che può essere altamente invalidante in quanto può condizionare pesantemente in modo negativo l’intera qualità della vita della persona che ne soffre in quanto sente di essere esposta costantemente al giudizio altrui. 

    Possono manifestarsi alcuni sintomi fisici come, palpitazioni, tremori, sensazioni di soffocamento, ecc. 

    La persona atelofobica ha paura di non essere abbastanza, di sbagliare, si sente impotente, tende a colpevolizzarsi e ad essere fortemente ipercritica sul suo operato in quanto tende a soffermarsi costantemente ed eccessivamente sui propri errori ed ha la tendenza a svalutare quanto di positivo raggiunto.  

    Questa stessa dinamica conflittuale può essere inconsciamente proiettata nella relazione con l’altro, familiare, compagno di lavoro; a volte associato al negazionismo della problematica riferita a se stesso.

    Si tratta di un disturbo psicologico collegato ad una bassa autostima di sé dovuto ad eventi spesso traumatici vissuti nella prima infanzia, specie nell’ambiente familiare dove è prevalso una certa freddezza affettiva ed emotiva, tendenza alla perfezione, con critiche e giudizi negativi sul proprio operato, in quanto non sono state raggiunte le aspettative poste dai familiari, spesso irraggiungibili o eccessivamente idealizzate che sanno di perfezionismo. Per cui la persona che vive questa condizione prova un costante senso di inadeguatezza, di non valere, di non essere abbastanza.  

    In questi casi intraprendere un percorso psicoterapeutico può facilitare la persona, a comprendere meglio e a superare i significati e convinzioni consce e inconsce che hanno fatto da ostacolo impedendo la propria crescita personale, di avere una buona autostima e una maggiore consapevolezza di sé.

  • "Compiacere gli Altri"

    Sentirsi apprezzati e gratificati dagli altri può far piacere a molti, ma ci sono persone che tendono ad essere sintonizzati esclusivamente in maniera cronica su bisogni degli altri, (piuttosto che sui propri), cercando di compiacerli, sono sempre d’accordo con quanto dicono e fanno gli altri anche se non né condividono le idee, sono accondiscendenti, non riescono mai a dire di no alle richieste altrui, ne ad esprimere una propria opinione .

    Queste persone tendono ad essere sempre preoccupate dalle reazioni che altri possono avere nei loro confronti, per questo non prendono mai in considerazione i propri bisogni che vengono abilmente taciuti in quanto ritenuti secondari o di poca importanza, rispetto al bisogno impellente di ottenere l’approvazione dagli altri per non sentirsi rifiutati, ma ben si accettati e riconosciuti. 

    Alcune persone hanno la tendenza ad aderire alle aspettative degli altri, dicendo sempre di sì in quanto si sentono responsabili dello stato emotivo altrui. 

    L’essere estremamente compiacenti e disponibili oltre misura verso gli altri trae origine dalle proprie paure di non deluderli, per il timore di essere rifiutati e di non sentirsi amati.     

    Questo comportamento di estrema disponibilità se attuato per lungo tempo può indurre nel soggetto ansia e stress e far pensare agli altri di potersene approfittare fino a tal punto da mancargli di rispetto specie nell’esercizio del potere e del dominio ad personam. 

    Spesso il bisogno di approvazione e riconoscimento derivano da relazioni infantili  inadeguate con i genitori o con chi se ne prende cura, dove è prevalsa una certa distanza o freddezza emotiva.

    Infatti, la possibilità di dare amore di questi soggetti è condizionata a seguito di tutta una serie di richieste e adempimenti a cui il bambino viene sottoposto, e deve attenersi e corrispondere se vuole ricevere affetto; qui ha inizio la tendenza a compiacere gli altri.

     Le persone che soffrono di questo comportamento evidenziano una bassa autostima, mostrano insoddisfazione, insicurezza, senso di colpa, vergogna e la sensazione di essere falso/a.

    Un percorso psicoterapeutico può facilitare un maggiore contatto con se stessi, aumentare la consapevolezza di sé, dei propri bisogni e la qualità della vita.



  • “La Comfort Zone dei Ragazzi”

    La generazione d’oggi appare estesamente più fragile e ansiosa, meno attrezzata emotivamente e affettivamente a relazionarsi con gli altri, meno propensa al confronto, a tollerare i conflitti,  le incertezze della vita e la realtà nel suo insieme. Questo spesso induce alcuni ragazzi a rinchiudersi in se stessi e a rinunciare alle proprie ambizioni e ai propri sogni (semmai ne avessero). 

    Ho deciso di scrivere queste poche righe sulla confort zone perché alcuni dei miei  pazienti spesso me ne parlano in seduta, come una condizione Psicologica, uno status, uno spazio privato in cui si sentono tranquilli, sereni e protetti da sentimenti di  ansia o paure che suscita l’ambiente esterno, come la scuola, il lavoro e le relazioni sociali; un sentirsi collocati in uno spazio intimo di sostegno con funzione di supporto.

    Un luogo, uno spazio dove sentirsi al sicuro attraverso la messa in atto di una routine quotidiana costruita nel tempo, che dà loro l’illusione di avere tutto sotto controllo, con lo scopo di ridurre al massimo l’imprevedibilità e l’incertezza degli avvenimenti che possono accadere nella vita. Una condizione mentale di rifugio in cui la persona trova un senso di familiarità e protezione, che lo fa sentire a suo agio in quanto può agire senza provare alcuna forma d’ansia o stress, ma che però lo cattura e può finire per e finisce per imprigionarlo.

    In questa situazione “rassicurante” i comportamenti diventano stereotipati, costanti, e se protratti  nel tempo possono manifestarsi con un senso di monotonia, inerzia, apatia e indurre la persona ad assumere atteggiamenti rinunciatari e passivi nei confronti della vita. Tutto questo viene messo in atto dal soggetto per evitare la fatica che comporta vivere nell’incertezza. 

    Col trascorrere del tempo la persona spesso non si accorge che la sua routine quotidiana lo sta intrappolando, lo sta isolando sempre più dalle proprie emozioni, dalle relazioni sociali con i suoi pari, dallo studio, dal lavoro e dal mondo che non percepisce più stimolante né fonte di richiamo, ma insignificante, e che infondo disprezza.  

    Quello che caratterizza questi ragazzi è la non partecipazione, la tendenza a non mettersi in gioco emotivamente, l’inerzia.

    Questo fa credere loro di stare bene nel proprio grigiore, nonostante avvertano un forte disagio che spesso si manifesta con tutta una serie di disturbi psicologici e un grande senso di solitudine, di vuoto pieno di rinunce di cui non sanno come uscirne; nessuno che sia capace di raccogliere la loro richiesta d’aiuto.

    Lasciare questo tipo di comfort zone non è sempre così facile. 

    Come psicoterapeuta accompagno e ho accompagnato i pazienti in un percorso atto a confrontarsi con le proprie paure, incertezze, abitudini, convinzioni e credenze, in modo da consentire loro di uscire gradualmente dalla confort zone, migliorando le condizioni psicologiche e relazionali attraverso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di se stessi, di fiducia delle proprie capacità e di aumentare l’autostima.


  • La Tua Vita è “Tutto o Niente!”

    Tutto o niente è un pensiero particolarmente rigido, viene chiamato dicotomico in quanto le persone che soffrono di questo disturbo hanno la tendenza a categorizzare le cose, a vedere la realtà tutta in termini di bianco o nero, giusto o sbagliato, buono o cattivo, senza alcuna possibilità di poter cogliere le sfumature, sono giudizi inappellabili.

    E’ un pensiero limitante che non consente di leggere la realtà correttamente, non contempla l’errore, mira alla perfezione, può degenerare in una ossessione, esprime più una realtà emotiva soggettiva che quella oggettiva, per questo vengono definite distorsioni cognitive.

    Le distorsioni cognitive si caratterizzano per essere schemi di pensiero irrazionali in quanto originano da convinzioni sbagliate e negative di percepire se stessi e gli altri e di interpretare la realtà, il mondo ed il futuro.

    Il pensiero dicotomico si esprime in modo estremo sugli eventi della vita in base alle emozioni, ai propri vissuti. Si manifesta attraverso stereotipi, ha la tendenza a generalizzare, a trarre conclusioni arbitrarie da pochi elementi oggettivi, escludendo, svalutando o minimizzando altri, in modo da semplificare la complessità della realtà, con lo scopo di ridurre l’ambiguità, l’incertezza e ogni minima frustrazione.  

    Questo tipo di pensiero dicotomico si palesa come un meccanismo di difesa rassicurante che tende a proteggere la persona da eventuali sofferenze come il mettersi in discussione, in quanto vi sono solo due possibilità di interagire con la realtà, o tutto o niente, senza sfumature, ne mezze misure. 

    Questo atteggiamento però tende a impattare negativamente sulla qualità della vita limitandone le scelte, sulle relazioni di coppia, sulla salute fisica e mentale.  

    Infatti, da questo pensiero originano forti conflitti nella coppia dove tutto deve essere sempre ordinato, prevedibile e ben riposto, inoltre chi attua questa modalità d’interazione, tende da un lato a idealizzare il proprio partner, dall’altra a svalutarlo. 

    Il pensiero tutto o niente induce la persona a far diminuire l’autostima, può provocare stati d’ansia, depressione, causa ed effetto dei disturbi di personalità e, in altre circostanze come ad esempio del comportamento alimentare come l’obesità e la bulimia, dove prevalgono le abbuffate; infine possono sorgere difficoltà anche in ambito lavorativo. 

    I soggetti che soffrono di tale disturbo vivono la vita con ansia e preoccupazione, dove predomina la stanchezza in quanto non capiscono l’origine del loro malessere, ne sanno come poterne uscire da soli. L’attuale società non li aiuta in quanto pretende da loro di ottenere e subito in modo efficiente, alimentando così l’idea di un certo perfezionismo, di cui l’efficientismo è un sintomo.   

    Da qui la necessità di rivolgersi ad un professionista che sa come trattare questo disturbo.  

  • "La Realizzazione Personale”

    Per riuscire nella propria realizzazione personale è necessario essere artefice attivamente del proprio destino coltivando in modo autentico le proprie aspirazioni, abilità e talenti, nonché assumendosi la responsabilità delle decisioni e della propria crescita personale fino ad arrivare a realizzare nella vita quello che senti di essere e di valere. 

    La realizzazione è uno stato dell’essere come benessere nella vita. Principalmente si tratta di una crescita personale e professionale che può concretizzarsi capendo chi si è, accettando se stessi, incrementando le relazioni significative, ed avendo una visione positiva e speranzosa rispetto al proprio futuro.

    Per cercare di realizzarsi nella vita incarnando la propria vocazione, e quindi dare un senso compiuto ad essa, è importante innanzitutto capire quale è lo scopo della propria vita; comprendere i propri bisogni, avere un progetto realistico da realizzare, vivere in accordo con esso e con i propri valori, riconoscere la libertà di poter scegliere e decidere. Molte persone hanno difficoltà a trovare la propria strada, non sanno come fare per superare le difficoltà in quanto non riescono a individuare quale sia il vero problema che impedisce loro di realizzarsi, dato che spesso appare loro sfuggente. Altre, anche quando individuano le difficoltà ritengono che esse siano difficili da superare in quanto richiedono  impegno e costanza nel tempo per realizzarli, per cui sarebbero tentati ad accontentarsi a vivere una vita fatta di rinunce, quindi, piena di insoddisfazioni. 

    La mancata realizzazione delle proprie potenzialità, aspirazioni e dell’espressione delle proprie doti, determina nella persona uno stato di sofferenza e un diffuso malessere che coinvolge l’intero mondo relazionale emotivo-affettivo della persona, sia con gli altri che con il proprio corpo.   

    Nel cercare di attuare le proprie aspirazioni è necessario però tenere ben presente il concetto di realtà con cui la persona interagisce nella vita quotidiana e dei suoi bisogni primari, perché potrebbe aver stabilito degli obiettivi troppo alti, irrealistici o irraggiungibili.    

    Esprimere le proprie potenzialità nella vita non è sempre così facile per un soggetto, in quanto vi sono innumerevoli circostanze esterne che possono ostacolare tale realizzazione, ma altrettanti fattori personali interni che possono interferire fortemente, nel raggiungere la propria realizzazione.

    Tra i fattori esterni, per esempio, che possono generare uno stato di frustrazione e malessere personale possiamo individuare un’attività lavorativa che non corrisponda a quello che sono i propri interessi e motivazioni, e che finiscono per peggiorare ulteriormente la condizione lavorativa e l’autostima che una persona ha di sé. Poter esprimere le proprie potenzialità nel lavoro è importante in quanto esso contribuisce a costruire la propria identità. Tra i fattori interni troviamo; le attitudini, le motivazioni,  l’emotività, il modo di porsi nelle relazioni sociali, i valori, le abitudini, le credenze, eventuali difficoltà o disturbi psicologici che costituiscono la personalità del soggetto e che possono manifestarsi attraverso l’identità, in modo fisico, biologico, psicologico, sociale. 

    Infine, il funzionamento psichico di una persona potrebbe essere determinato dal tipo di relazioni disfunzionali che ha interiorizzato nel corso della sua vita, specie nel passato, nell’infanzia, dalla famiglia di riferimento e che può aver dato origine a; immaturità affettiva, dipendenza, insicurezza e scarsa autostima di sé ecc. Questi atteggiamenti possono tuttora continuare a condizionare negativamente la persona nel perseguire la sua realizzazione.

    Il metodo psicoanalitico consente al paziente di poter avviare un dialogo con il proprio mondo interno e piano piano individuare i motivi consci e inconsci disfunzionali che causano il proprio malessere, in modo da promuovere un cambiamento che porti ad acquisire una maggiore crescita personale attraverso la conoscenza e la consapevolezza di se stessi, per arrivare poi ad esprimere autenticamente le proprie aspirazioni e abilità. 



  • "La Dipendenza Affettiva”

    L’uomo per la propria sopravvivenza, sin dalla sua nascita, ha bisogno di dipendere da un'altra persona che si prenda cura dei suoi bisogni primari. 

    Ma anche quando la persona nel corso della sua vita acquisisce la sua autonomia nei confronti degli atri, continua comunque a mantenere una quota di dipendenza che gli consenta di rimanere in relazione con gli altri attraverso il rispetto e la fiducia reciproca.

    Quando invece, una persona sviluppa un forte attaccamento emotivo di tipo morboso, ossessivo, controllante, di prevaricazione verso l'altra, annientando la propria individualità facendola soffrire e pregiudicando la possibilità di stare all’interno di una relazione in modo sano ad equilibrato, possiamo parlare di dipendenza affettiva.

    Vi sono diversi tipi di dipendenza affettiva, come ad esempio; verso il partner, i figli, la famiglia, gli amici, il lavoro. Qui prenderò in considerazione la dipendenza affettiva, come relazione sentimentale verso il partner. Alcune persone non sono pienamente consapevoli di essere dipendenti, altre, tendono a giustificare il cattivo comportamento del proprio partner proponendosi come coloro che possono guarirlo. 

    La persona con dipendenza affettiva si sente profondamente insicura, indecisa, manifesta il bisogno di attenzioni, rassicurazioni, di avere l’approvazione dell’altro per poter stare bene, in quanto ha paura del rifiuto, di essere abbandonata, di non valere. Avverte anche una sensazione di vuoto che le fa ritenere di non poter vivere senza quella determinata persona anche se spesso litigano e soffre. E’ come se affidasse a un’altra persona il suo benessere, il compito di doversi prendere cura di lei, questo rende particolarmente difficile rompere tale legame in quanto, spesso si tratta di due persone che soffrono…

    In questo modo la persona dipendente vive la relazione carica di tensioni che può portarla sia a non ascoltare i propri bisogni che a rinunciare a coltivare i propri hobby e interessi, fino a sfociare in disturbi vari, quali: ansia, attacchi di panico, disturbi depressivi, rabbia, senso di colpa…  

    Tra le cause della dipendenza affettiva possiamo considerare le prime esperienze infantili disfunzionali con figure genitoriali di tipo ansioso o iperprotettivi e intrusive che hanno comunicato loro in qualche modo che l’indipendenza è pericolosa, imponendo delle condizioni tali da indurre l’infante a sviluppare un attaccamento insicuro, dove prevale una bassa autostima di sé che gli impedisce di esprimere autonomamente i propri bisogni e interessi.

    Per comprendere e superare tali condizioni di sofferenza è opportuno che la persona con disturbo di dipendenza affettiva si rivolga ad uno psicoterapeuta che l’aiuti ad ascoltare i propri bisogni, a credere di più in se stessa e a considerare in modo più realistico e costruttivo il modo di porsi e di stare in relazione agli altri, in particolare con le persone più significative, attraverso l’avvio di un percorso di rielaborazione delle esperienze disfunzionali.  



Dott. Giorgio Edoardo Spada

Psicologo a Savignano Sul Rubicone


Chi è il suo terapeuta?

Laureato in Psicologia a indirizzo Clinico e di Comunità presso l’Università di Bologna, il Dottor Giorgio Edoardo Spada è uno Psicologo e Psicoterapeuta iscritto all'albo dell’ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna con n° 3313 Sezione A.


Ha, inoltre, conseguito la Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica di Roma.

Specializzato in psicoterapia psicoanalitica


L’orientamento psicoanalitico della terapia praticata dal Dottor Spada consiste nella sistematica esplorazione di quegli aspetti di sé che nella propria singolarità non sono sempre e completamente noti al paziente e che ne determinano una sofferenza psichica.


Questi aspetti riescono a emergere nella relazione terapeutica attraverso un percorso basato sulla parola e sul discorso incentrato su di sé e sulla propria vita.

Questo trattamento, costituito da una serie di incontri, consente la scoperta di un nuovo approccio di fronte alla proprie sofferenze, in modo da indurre nel paziente una graduale e diversa consapevolezza di sé e una nuova posizione rispetto alla propria esistenza.


Presso lo Studio dello Psicologo e Psicoterapeuta Giorgio Edoardo Spada, situato a Savignano sul Rubicone, si potrà fissare una prima visita a scopo conoscitivo al termine della quale lo psicologo individuerà il percorso terapeutico più opportuno alle sue esigenze. Tale percorso verrà attuato attraverso una serie di sedute consensualmente graduate per frequenza e modalità, nell'ottica di una utilità ed efficacia della cura.

Lunga formazione professionale


Il Dottor Spada può vantare una lunga formazione professionale specialistica, e l’esperienza acquisita nel corso degli anni sono una garanzia per la psicoterapia che svolge nel proprio studio.


Inoltre, collabora attivamente e proficuamente con esperti psicoterapeuti e psicoanalisti anche di altre province e regioni italiane. Il Dottore, nel corso della sua attività di Psicoterapeuta, ha aiutato e aiuta un gran numero di pazienti, affetti da vari disturbi e disagi psicologici, a ricercare il loro benessere psichico e a riprendere il ritmo e la regolarità della propria vita quotidiana, inerente lo studio, il lavoro, i rapporti familiari, interpersonali e le relazioni sociali.


Rivolgetevi con fiducia al Dottor Spada. Presso lo studio, il paziente sarà accolto e ascoltato con professionalità e riservatezza. Sarà sostenuto in ogni fase della psicoterapia per permetterle di affrontare la difficoltà di parlare di sé anche negli aspetti più intimi riguardanti la sua persona. Si rivolga al Dottor Spada per prenotare una consulenza psicologica.

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